di Patrizia Stefanelli
Siamo quel che siamo
Sì come in vita l’uomo sente Vita così si appressa alle segrete porte dell’oltre – che al didentro già s’annida – e dunque non si vanti di ore corte portate da correnti della storia poiché il tempo regala con la morte l’arte che dura invero con la gloria. Restiamo muti se perduto abbiamo il nostro primo pianto, la memoria potente del creato che cerchiamo fuori dal canto che ci nacque in seno materno afflato. Siamo quel che siamo e al nuovo male rosso di veleno, che tutti corre svelto a contagiare, nessuno ancora sa riporre il freno. Soltanto chi ha la Fede può pregare quel Dio fattosi uomo nel Mistero e annega gli occhi sulle troppe bare di eroi caduti al fronte – tesi al vero miracolo dei santi ancora umani – passati nella morte senza un cero o un figlio o un bacio; il nulla tra le mani. Patrizia Stefanelli |
Curiosi segnali
Sul camion davanti campeggia la scritta Corona. Mi pare di gusto cattivo. Tra l’altro... la marca di birra contrasta col detto “vai piano pensando ai tuoi cari” che porta stampato su un fondo di blu. Procedo vicina al guardrail. Segnali stradali si affacciano curiosi a sapere che cosa qui dietro quest’umido specchietto ripensi e ridica. Lo stop rassicura. La radio trasmette Caruso. Per caso a qualcuno importa dell'angolo al bivio che mostra un cartello in rovina con scritta “ ricambi di pezzi”? |