Poesie di Pasqualino Cinnirella
L’URAGANO COVID 19
Quando sarà passato l’uragano, indenni rimasti, grideremo al miracolo per il respiro che ancora regge il dilatarsi delle costole, nel deglutire quell’amaro di sale nella bocca. Scruteremo con gli occhi dilatati la risacca sulla sponda irrequieta che tracima il cuore nel delirio e le cose già morte alla deriva, al largo degli abissi più profondi. Vedremo, come in un campo di battaglia, le carogne umane sparse, stramazzate al suolo inermi, muti. Quale immane flagello si compì al margine di questa primavera che ora splende ignara delle lacrime senza tregua dal volto e dal cuore dell’umana stirpe. Se un Dio che sovrasta le galassie non placa più di sempre questo vuoto, questa morte nel cuore già incarnata all’alba di un santo nuovo giorno senza più nubi nere sopra il globo ... i giorni del dolore hanno inizio. Aprile 2020/24 |
EVASIONE
Dal risveglio al mattino fin oltre la sera, assiduo rimeni non solo col pensiero, di essere ancora prigioniero; legato alla precarietà del giorno, al dovere che incombe sempre e in ogni cosa tra le mani. Le certezze qui hanno vita breve: forse un’ora, un lampo e già svanite. Sono pure avversi gli eventi nel giorno così, dal profondo, aliti sperare uno squarcio d’azzurro dal tuo cielo che t’inondi, come ieri a vent’anni, di una voglia nuova che ti porti, come petali leggeri il vento, lassù, lontano... oltre candidi cirri, oltre Venere serena al plenilunio per dimorare in spazi siderali sicuro. Questo è il sogno che mai s’avvera in questa landa turbinosa e infetta dove -gli esseri eletti- più non reggono, tra l’estrema miseria già nel cuore e la violenza sui simili che dilaga, i propri giorni in dono. Ott/Nov.. 2020/25 |