Finis terrae
di Nastasi Eugenio
Possibile all’anima
rivivere quel che è stato
la sfera terrestre in mano
gli amori forti
la tenerezza delle braccia
il colore vivo del mare
di là si viene per farci ritorno.
Quando non tocca più la pelle
quando l’assurdo è regola
dimenticare i riti
scomporre gli artigli
dell’antico ardore
definire senza pixel
i led dell’innocenza.
Di là correnti affondano il tempo
la quiete di vocali qui e ora
e il dormiveglia del mistero.
Tutto di là è già luce
diverso per essenza ma brilla
nelle fibre iniziali, gocce di rugiada
invito ad andare.
Finis terrae per assenza di polvere
abitare l’estremità del mare.
di Nastasi Eugenio
Possibile all’anima
rivivere quel che è stato
la sfera terrestre in mano
gli amori forti
la tenerezza delle braccia
il colore vivo del mare
di là si viene per farci ritorno.
Quando non tocca più la pelle
quando l’assurdo è regola
dimenticare i riti
scomporre gli artigli
dell’antico ardore
definire senza pixel
i led dell’innocenza.
Di là correnti affondano il tempo
la quiete di vocali qui e ora
e il dormiveglia del mistero.
Tutto di là è già luce
diverso per essenza ma brilla
nelle fibre iniziali, gocce di rugiada
invito ad andare.
Finis terrae per assenza di polvere
abitare l’estremità del mare.