Il teatro di Epidauro
Da una piazza di Firenze in tempo di Coronavirus
di Mario Sodi
Deserto.
Abbracciare la piazza del silenzio
per farvi risuonare le parole
di una preghiera.
Ricordi il teatro di Epidauro?
- dalla càvea potevi sussurrare
e sulle gradinate ti udivano –
Devi essere tu quel teatro
valva nuda essenziale
dove il sangue e la voce si congiungono
e la parola scalfisce la pietra
per una nuova creazione.
Manifesta la tua nudità,
udrai il battito del cuore
moltiplicato in mille bocche mute.
Il canto è in te
abbandonato
come un flauto polveroso,
ma bastano due labbra e un’ emozione
per la Musica.
Sia
il tuo deserto
senza disperazione.
Da una piazza di Firenze in tempo di Coronavirus
di Mario Sodi
Deserto.
Abbracciare la piazza del silenzio
per farvi risuonare le parole
di una preghiera.
Ricordi il teatro di Epidauro?
- dalla càvea potevi sussurrare
e sulle gradinate ti udivano –
Devi essere tu quel teatro
valva nuda essenziale
dove il sangue e la voce si congiungono
e la parola scalfisce la pietra
per una nuova creazione.
Manifesta la tua nudità,
udrai il battito del cuore
moltiplicato in mille bocche mute.
Il canto è in te
abbandonato
come un flauto polveroso,
ma bastano due labbra e un’ emozione
per la Musica.
Sia
il tuo deserto
senza disperazione.