Le parole sono d'argento di Donato Massaro.
Commento critico a cura di Carmelo Consoli La poesia di Donato Massaro sin dal primo impatto di lettura si presenta con suo gran movimento musicale tanto che si ha l'impressione, scorrendone i versi, di ascoltare una sorta di cadenzato “Rap” che ad ogni verso trasmette sapienziali frasi che attengono al gran menage della vita mana. Scorre veloce la parola del nostro poeta ben ingabbiata nella sua punteggiatura. Una parola arguta, tagliente, provocante, basata su un'acuta osservazione della realtà umana e delle regole e convenzioni che la regolano. Ne viene fuori una lirica originalissima impostata sulle considerazioni, sui modi del dire e del fare quotidiani che poco concede al trasalimento poetico ma che invece si presenta con una propria ricchezza verbale in una quasi totale assenza emozionale. Piace la poesia di Massaro tanto vicina alle esigenze vitali del lettore portando quest'ultimo a prendere atto del suo “modus vivendi”con bravura, disinvoltura e autorità, snocciolando centinaia di immagini e di affermazioni di fronte alle quali non si può che aderire con la mente e col cuore cogliendone le infinite sfumature dei significati. Parliamo dunque di una lirica tendenzialmente prosastica, assai vicina al ricco filone delle tradizioni popolari dei motti e dei proverbi, ma da cui l'autore se ne distacca per una sua ricca e colta visione del moderno travaglio esistenziale e per le efficacissime incursioni nei territori dell'ironia, del sarcasmo e del surreale in cui veramente eccelle; incursioni compiute con un filtro ottico del tutto personale. Tirando le somme, alla fine, si può parlare di una poesia accuratamente elaborata che muovendo dalle proprie esigenze umorali canta brillantemente la vita con brioso procedere e ben architettata struttura musicale, Non mancano, a dire il vero, fecondi squarci di luci emozionali, inserimenti cromatici in un grigio cielo urbano, delicate e tenere figure di attori, amorosi approcci in questo viaggio poetico che attraversa il tempo, la storia e la spicciola quotidianità nella sua cruda e spietata visione. Un viaggio a cui affidarsi perché ognuno di noi possa arricchire la propria autocoscienza di essere umano, presente in questa terra in una sostanziale solitudine di fondo ma anche consapevole di far parte di una miracolosa presenza seppure avvolta nel mistero. Parole quindi d'argento e d'oro fino, aggiungerei, quelle di Donato Massaro, dissacranti di fondo, ma che in sostanza anelano ai silenzi come agognato contro altare. Un volume veramente singolare nei suoi significati e nella sua partitura musicale a cui attingere per riconoscersi e riflettere, guardarsi come in uno specchio nella propria interiorità ed esteriorità e prendere preziose lezioni di vita. |