Io oltre la vita ho immaginato che:
lassù mi consola la poesia
la mia aquila volerà appena sotto me
sulla musica di acuti di violini suonati dal vento,
a maggio i fior di zagara, il mio mare,
il sole innamorato, le fiumare in piena,
danzeranno l’amiche emozioni
nell’amore tra cielo e terra che
acqueta la mia celeste tesa mano.
La mano s’acqueta
di Giuseppe Mezzatesta
La tua giovincella mano stretta nella mia,
al vento quei capelli mora di rovo
ondeggianti emozioni come il mare,
il tuo calpestio al chiaro di luna
risuonava da sentirmi Re Leone,
e a raccontarti le gesta della lupa zoppa
i tuoi occhi tinti di cuore sognavano emozioni,
li dipingevo nei miei guardando i tuoi.
Ora, con la ruga che avanza e va
e che la luna col suo sguardo
d’argento mi colora i capelli,
capita, s’infrange un affetto
che assottiglia il non giovine cuore
finito contro il tuo muro di nebbia.
Non sarai più vicina,
ma il palpito va oltre la montagna,
ti abbraccia con la mente e col vento
sorvola sempre un bacio, sa dove posarsi.
Ormai, il passato è riposto in una sola
triste lacrima che soave potrà guarire
quando la mia ombra sarà luce
,nel respiro ansante che se ne va,
e gli occhi diverranno cielo,
non spero, ma credo,
senza che la tua abbia avvolto
la stanca e vecchia mia tesa mano,
mi addormento sulla mia stella,
il sogno da bambino che vive lontano.
Però lassù mi consola la poesia e sarà
emozione di gioia sorgente di anima
avvolta nel manto dell’amore e così
a maggio gli ulivi fioriranno ancora e
i fior di zagara effonderanno dolci profumi,
il mio mare luccicherà di luna piena,
il sole innamorato al tramonto arrossirà,
risuonerà il frastuono delle fiumare in piena,
la mia aquila volerà appena sotto me
sulla musica di acuti di violini suonati dal vento,
danzeranno l’amiche emozioni
nell’amore tra cielo e terra che
acqueta la mia celeste tesa mano.
Giuseppe Mezzatesta
07Febbraio 2018
lassù mi consola la poesia
la mia aquila volerà appena sotto me
sulla musica di acuti di violini suonati dal vento,
a maggio i fior di zagara, il mio mare,
il sole innamorato, le fiumare in piena,
danzeranno l’amiche emozioni
nell’amore tra cielo e terra che
acqueta la mia celeste tesa mano.
La mano s’acqueta
di Giuseppe Mezzatesta
La tua giovincella mano stretta nella mia,
al vento quei capelli mora di rovo
ondeggianti emozioni come il mare,
il tuo calpestio al chiaro di luna
risuonava da sentirmi Re Leone,
e a raccontarti le gesta della lupa zoppa
i tuoi occhi tinti di cuore sognavano emozioni,
li dipingevo nei miei guardando i tuoi.
Ora, con la ruga che avanza e va
e che la luna col suo sguardo
d’argento mi colora i capelli,
capita, s’infrange un affetto
che assottiglia il non giovine cuore
finito contro il tuo muro di nebbia.
Non sarai più vicina,
ma il palpito va oltre la montagna,
ti abbraccia con la mente e col vento
sorvola sempre un bacio, sa dove posarsi.
Ormai, il passato è riposto in una sola
triste lacrima che soave potrà guarire
quando la mia ombra sarà luce
,nel respiro ansante che se ne va,
e gli occhi diverranno cielo,
non spero, ma credo,
senza che la tua abbia avvolto
la stanca e vecchia mia tesa mano,
mi addormento sulla mia stella,
il sogno da bambino che vive lontano.
Però lassù mi consola la poesia e sarà
emozione di gioia sorgente di anima
avvolta nel manto dell’amore e così
a maggio gli ulivi fioriranno ancora e
i fior di zagara effonderanno dolci profumi,
il mio mare luccicherà di luna piena,
il sole innamorato al tramonto arrossirà,
risuonerà il frastuono delle fiumare in piena,
la mia aquila volerà appena sotto me
sulla musica di acuti di violini suonati dal vento,
danzeranno l’amiche emozioni
nell’amore tra cielo e terra che
acqueta la mia celeste tesa mano.
Giuseppe Mezzatesta
07Febbraio 2018