E si fa spina in gola la parola...
di Gabriella Paci
Si consuma nel singhiozzo delle fontane
l’attesa solitaria della città sorda ad
ogni scalpiccìo ogni voce ogni suono che
non quello - carico delle domande- del silenzio.
E’ il tempo dell’attesa che si consuma in
giorni senza passione e senza allegria:
colombe grigie come anime inquiete
volano inadatte al volo di pensieri stanchi.
E’ un navigare a vista sotto la luce fallace
di risposte vaghe e contorte e si fa spina
in gola la parola, punge e non fiorisce:
lascia spazio ai numeri per dire chi
se n’è andato anche se è primavera
e ogni cespuglio è in fiore sotto le rondini.
Tutto scorre nell’alveo del sempre,
indifferente alla solitudine dell’uomo
che invoca sul selciato bagnato non solo
di pioggia l’intervento del Dio a rimedio
della voragine d’ombra che ci inghiotte .
Invano si cerca di afferrare il fumo
delle certezze: svanisce in alto,dove
si scrive un destino di cenere che spegne?
stanotte il luccichio della stella polare...
e si fa spina in gola ogni parola.
di Gabriella Paci
Si consuma nel singhiozzo delle fontane
l’attesa solitaria della città sorda ad
ogni scalpiccìo ogni voce ogni suono che
non quello - carico delle domande- del silenzio.
E’ il tempo dell’attesa che si consuma in
giorni senza passione e senza allegria:
colombe grigie come anime inquiete
volano inadatte al volo di pensieri stanchi.
E’ un navigare a vista sotto la luce fallace
di risposte vaghe e contorte e si fa spina
in gola la parola, punge e non fiorisce:
lascia spazio ai numeri per dire chi
se n’è andato anche se è primavera
e ogni cespuglio è in fiore sotto le rondini.
Tutto scorre nell’alveo del sempre,
indifferente alla solitudine dell’uomo
che invoca sul selciato bagnato non solo
di pioggia l’intervento del Dio a rimedio
della voragine d’ombra che ci inghiotte .
Invano si cerca di afferrare il fumo
delle certezze: svanisce in alto,dove
si scrive un destino di cenere che spegne?
stanotte il luccichio della stella polare...
e si fa spina in gola ogni parola.