Come barche
di Federica Marcantoni
Penso a te
le rughe profonde sul viso e le mani
dure che hanno conosciuto il lavoro
e il sacrificio.
Ora in silenzio e solitudine
senza il dolce sollievo dei sorrisi dei tuoi
nipoti e il conforto dei tuoi figli.
Penso a te
nel fiore dei tuoi 15 anni
età della spensieratezza
costretto a guardare in faccia
una realtà così drammatica
rinunci alla libertà tanto importante
e al confronto con i coetanei.
Penso a te
in un letto di ospedale
implorante aiuto attraverso uno sguardo
paura per il tuo destino e
voglia di vivere che non si rassegna.
Penso a te
senza una casa, un rifugio sicuro
dove riposare con i tuoi cari
ancora più esposto al freddo, alla fame e
all’abbandono.
Penso a te
Senza più un lavoro
impotente e disperato
non sai come andare avanti.
Penso a te
rischi la vita in una corsia di ospedale
sfinito dalla stanchezza
allevi le sofferenze dell’altro
e riaffermi la vita.
Penso a te
dai un messaggio di speranza
sei vicino a chi soffre e offri
la tua fede come dono di Dio.
Penso a te
porti il peso delle decisioni importanti
quelle che salvano vite
quanti dubbi e quanta responsabilità
nel discernere.
Penso a noi
come barche nel mare in tempesta
legate da una corda tesa
tutti uniti senza distinzione
dalla stessa sofferenza
ma insieme per sostenerci a vicenda
riscopriamo il senso profondo della nostra
umanità e fratellanza.
di Federica Marcantoni
Penso a te
le rughe profonde sul viso e le mani
dure che hanno conosciuto il lavoro
e il sacrificio.
Ora in silenzio e solitudine
senza il dolce sollievo dei sorrisi dei tuoi
nipoti e il conforto dei tuoi figli.
Penso a te
nel fiore dei tuoi 15 anni
età della spensieratezza
costretto a guardare in faccia
una realtà così drammatica
rinunci alla libertà tanto importante
e al confronto con i coetanei.
Penso a te
in un letto di ospedale
implorante aiuto attraverso uno sguardo
paura per il tuo destino e
voglia di vivere che non si rassegna.
Penso a te
senza una casa, un rifugio sicuro
dove riposare con i tuoi cari
ancora più esposto al freddo, alla fame e
all’abbandono.
Penso a te
Senza più un lavoro
impotente e disperato
non sai come andare avanti.
Penso a te
rischi la vita in una corsia di ospedale
sfinito dalla stanchezza
allevi le sofferenze dell’altro
e riaffermi la vita.
Penso a te
dai un messaggio di speranza
sei vicino a chi soffre e offri
la tua fede come dono di Dio.
Penso a te
porti il peso delle decisioni importanti
quelle che salvano vite
quanti dubbi e quanta responsabilità
nel discernere.
Penso a noi
come barche nel mare in tempesta
legate da una corda tesa
tutti uniti senza distinzione
dalla stessa sofferenza
ma insieme per sostenerci a vicenda
riscopriamo il senso profondo della nostra
umanità e fratellanza.