CENNI STORICI

La Camerata dei poeti
(Una vicenda poetica a cavallo tra novecento e terzo millennio)
Nata negli anni “30” del novecento, in un periodo nel quale montava la retorica e la violenza del regime fascista e nel contempo si fortificava la funesta e tragica ideologia nazista, la Camerata dei poeti sbocciava invece nei prati e nei giardini di una toscana colta e raffinata, pronta a recepire e diffondere poesia come diletto del cuore e culto dell'anima.
Fu così che un gruppo di intellettuali fiorentini, amanti delle belle arti, si riunirono sotto la guida di Domenico Francois, patrizio fiorentino di vecchio stampo, allo scopo di creare un sodalizio poetico nella forma del cenacolo letterario, onde scambiare versi e cultura, arti e armonie letterarie.
Questo sodalizio prese il nome iniziale di “Camerata del Lago” o Accademia Silvana” le cui prime riunioni e manifestazioni avvenivano nel parco del castello di Vincigliata tra il maggio e il luglio di ogni anno e, precisamente dal 1930 al 1933, con trattenimenti di danza, musiche, ballate trecentesche e poesia, ma anche nel parco della villa Stori dove esisteva pure un laghetto e un bosco. La novella Camerata diventò una sorta di moderna Arcadia attraverso la quale si risaliva alla natura quale prima ispiratrice di poesia.
Nacque già a quel tempo il logo tipico della Camerata ( il simbolo del cipresso, con ai piedi un fauno zufolante) . I personaggi convocati arrivavano in quei luoghi ameni in autobus partendo dal duomo di Firenze, in una sorta di viaggio spirituale.
Su quei deliziosi colli che avevano visto passeggiare Boccaccio, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola ed il Poliziano, la Camerata teneva le sue manifestazioni d'arte.
Gli anni successivi videro accrescere lo spessore culturale e umano del cenacolo così da giungere a formare il primo vero consiglio direttivo presieduto da Domenico Francois e costituito da poeti, registi e fotografi, tutti personaggi di fama e valore riconosciuto di quel periodo storico.
Poi la “Camerata del lago” si organizzò come “Camerata dei poeti toscani” e subito dopo come “Camerata dei poeti”, definitiva sua sigla nel tempo.
E già dal 1934 le manifestazioni culturali si svolsero nella colta città di Firenze presso gentilizie residenze e palazzi nobiliari, come nella dimora del poeta Diego Garoglio, professore di Giovanni Papini o nel salotto della contessa Gamberini, in un villino di via Masaccio, oppure nel palazzo dei Bardi, sede della famosa “Camerata musicale”.
Nel 1936 si inaugurò finalmente un ciclo di regolari conferenze mantenuto fino al 1939 alle soglie del conflitto mondiale .
Ormai la Camerata dei poeti era divenuta una solida realtà che neanche l'atrocità della guerra poteva spegnere e fu così che terminato lo scontro bellico, nell'anno 1945, il sodalizio riprese la sua attività presso luoghi di prestigio culturale fino a trovare la più onorevole delle sedi nel complesso di Orsanmichele, sia nella gloriosa sala della “Lectura Dantis” che nella affrescata e trecentesca sala del “Palagio dell'Arte della lana”.
Molta importanza ebbe in quel periodo l'attività a favore della Camerata dei poeti di Giovanni Papini eminente scrittore, storico, poeta, saggista, una delle figure più luminose del panorama culturale del novecento, poi successivo collaboratore e fondatore assieme ad Adolfo Oxilia della rivista “ L'ultima”.
Intanto, nel tempo, figure di spessore della vita letteraria toscana e nazionale si alternarono nelle rappresentazioni della Camerata dei poeti sotto le presidenze di Edmondo Salvucci e Giuseppe Troccoli , fino a giungere al momento in cui la stessa associazione prese una più forte e consapevole identità umana e culturale sotto la presidenza di Adolfo Oxilia a partire dall'anno 1967 e fino al 1981 sotto la sua direzione le manifestazioni della Camerata si tennero al circolo “Borghese e della stampa”.
Con Oxilia si può dire che inizia l'età moderna dell'associazione, in un momento storico, internazionale fervido di impegni artistici e culturali in cui dominava la presenza nell'arte del neo-realismo e sulla scena poetica si alternavano le magie liriche di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e altri famosi poeti.
Adolfo Oxilia fu un intellettuale di primo piano, attivissimo collaboratore di giornali e riviste, oratore instancabile, autore di più di mille articoli e ampi saggi; insomma un uomo di grande cultura molto apprezzato tra gli ambienti della più significativa vita letteraria, culturale e poetica italiana.
La sua presidenza durerà ben quindici anni; del consiglio direttivo facevano parte Antonio De Lorenzo direttore della rivista “ Firme nostre”, l'editore Bruno Nardini e la scrittrice Milani Lelli, alla quale si deve una prima storia della Camerata dei poeti datata “1981”.
Tra i principali eventi portati in scena in quel lungo periodo si ricordano le “Tornate”, (come venivano chiamate le manifestazioni e lo sono ancora oggi) su Luigi Pirandello, Thomas Eliot, Giovanni Papini, Piero Bargellini, Vittorio Vettori, Erza Pound, Piero Bigongiari, Carol Wojtyla, e su Mario Luzi, Geno Pampaloni e Giuseppe Ungaretti .
Le “Tornate” si tenevano sotto la presidenza di Armando Alessandra nella sala dei maestri cattolici presso Piazza San Marco.
Dopo le dimissioni di Adolfo Oxilia avvenute nell'anno1981 si alternarono nella conduzione della Camerata dei Poeti nell'ordine : Antonio de Lorenzo, Bruno Nardini, Mannise e Otello Pagliai tenendo le loro manifestazioni prima presso” l'Istituto delle Oblate “e successivamente dall'anno 1992 presso : “l'Auditorium della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze” dove tutt'oggi avvengono nel fascino di una splendida sala.
Dal marzo dell'anno1998 la presidenza passò a Marcello Fabbri, grande poeta non vedente che la tenne, cambiando lo statuto e riportandolo alla concezione e ai valori dell'originario cenacolo letterario, fino all'anno 2009.
Dopo tale data fu eletta presidente, e per la prima volta nella storia dell'associazione, una donna, Lia Bronzi nota poetessa, scrittrice e critico letterario che la portò avanti con tenacia e competenza fino al maggio dell'anno 2015.
In quell'anno venni eletto io come nuovo presidente, con voto unanime e nelle mie intenzioni c'era quella di rendere maggiormente veicolata la missione poetica dell'associazione, ammodernando la visibilità e le relazioni con le altre associazioni letterarie del territorio. Istituii quindi un sito letterario, oggi apprezzato e frequentato, con foto e video delle manifestazioni e presentando la Camerata dei poeti presso i maggiori blog, siti letterari e tra le personalità di spicco della scena culturale nazionale, permettendo così alla stessa associazione di essere conosciuta e considerata oggi una delle presenze letterarie e culturali più stimate in Italia.
Dalla rivista “L'ultima” alla moderna poetica della Camerata dei poeti.
Nata nell'immediato dopoguerra, dal 1946 e fino al 1963, la rivista “L'ultima” fu periodico apolitico, letterario, artistico di critica e di pensiero, espressione di un movimento che usciva dalle tragedie umane per rivalutare la cultura, rafforzare i sentimenti morali, le speranze e la fede.
La sua tendenza fu volta verso la metasofia ossia alla ricerca di una nuova attività spirituale, creata in special modo dal candore della poesia.
I primi numeri della rivista recavano sulla quarta di copertina l'effige di una civetta, bene appollaiata su di un ramo e ad occhi aperti; tale rapace stava ad indicare la facoltà di vedere nel buio, di diffondere una verità rivelata ai puri di cuore, a coloro i quali vedono con gli occhi nuovi dell'anima.
Da questa rivista, a cui aderirono le firme letterarie più in vista dell'epoca e che riportava la voce di grandi poeti e intellettuali come ad esempio Giuseppe Ungaretti, Mario Luzi e condotta dai fondatori Adolfo Oxilia e da Giovanni Papini, si creò nuovo e importante humus per la vita della Camerata dei poeti .
Attorno ad essa spuntarono i presupposti e le idee per dar corso alla nuova voce e vitalità dell'antico cenacolo divenuto nel tempo solida associazione e realtà culturale e luce poetica di primo piano. In questo contesto grandi poeti e grandi poesie fecero irruzione nella dinamica culturale della Camerata dei poeti .
Vorrei qua citare solo pochi testi di autori che hanno condotto e dato valore a questa associazione nel tempo partendo da Bruno Nardini, e siamo negli anni “ 50” del novecento, proseguendo e giungendo negli anni 2000 e oltre con Marcello Fabbri
Leggiamo da Bruno Nardini, dalla rivista “L'ultima” n° 52, dell'aprile del 1950 , anno 5° il primo movimento dei dodici del suo poemetto “ Variazioni del sangue” : “Si muovevano insieme, uomini e sole: / ciascuno, nel buio, frustava i cavalli/a un altro giorno in attesa/sulle colline dell'iride./Lui per le strade d'aria, essi per gli aspri/giri d'un poggio, in nuvole di ulivi,/a farsi torcia sullo spartiacque/gli uni di qua, l'altro di là dal valico/ Sotto planava la valle, coi lumi/delle/finestre, i prati grigi, il fumo/ dei solchi; i mari di silenzio./ Ma non più sprazzi hanno i bicchieri alzati/verso i mattini: l'oste cacciatore/che viveva aspettandoli e porgeva / sue dorate marsale, ombra, memoria. / E i miei padri, anche loro, ombre, memoria:/taciti anelli che il tempo raccorda/ a far catena di generazioni; /variazioni del sangue, o di questa/inudibile voce che ci turba./ Folla di padri, che per me, stasera/ buttano sulle dure spalle, ancora,/ come allora il pastrano, la persona:/ ognuno, sulla crosta della strada,/stampato come un albero, una pietra.../"
Ci piace anche riportare gli splendidi versi di Marcello Fabbri, poeta non vedente, per undici anni alla guida dell'associazione; ecco dunque quanto scrive nella sua lirica :”L'alito del tempo” tratta dal suo volume”Il quadrante dell'ombra” ( Antologica-edizione Medicea anno 2003) : “L'alito del tempo mi ha sfiorato:/sulle tempie/ha lasciato strisce di brina,/stanche mani ha firmato/d' azzurrine vene in rilievo,/ ha ritmato d'affanno/le cadenze del cuore./ Ora dita tremanti/per felpati passi di scadenze/ascoltano/ l'implacabile scandire dell'orario: / Smarrisce l'incosciente sorriso/ e sbianca il viso/la paura. / Per capire/ ho frugato i ricordi:/ho trovato soltanto ciarpame/ e un ossario di buone intenzioni. / Niente di mio mi è giunto in aiuto: / Allora con l'alito del tempo/ho cercato l'anima:/ insieme a lei ho pianto/sull'amarezza/ del mai compiuto./”
Ma è doveroso anche segnalare che nel corso della sua lunga vita la Camerata dei poeti si è occupata non solo di poesia e di poeti nella sua accezione più grande e genuina di critica e liriche, ma anche di narrativa, nelle sue più svariate sfumature, di saggistica, arti visive, filosofia, antropologia, religioni e scienze varie, insomma di tutte quelle manifestazioni riguardanti le conoscenze, le esperienze degli uomini che da sempre hanno sorpreso il cuore e l'animo di essi.
L'ultimo quindicennio della Camerata dei poeti ha visto alternarsi sulla scena personaggi carismatici e di fascino come Duccia Camiciotti, recentemente scomparsa, che tutti ricordano per la sua genialità poetica e la sua grande apertura umana, Anna Balsamo, poetessa, scrittrice e critico letterario, notissima e apprezzata letterata, che ha affiancato e sostenuto impeccabilmente (vero pilastro della Camerata dei poeti) la presidenza di Marcello Fabbri e che oggi è vicepresidente emerita, Anna Maria Guidi poetessa e critico letterario, Roberta Degl'Innocenti, poetessa, scrittrice e critico letterario, Andrea Pericoli nella sua qualità di lettore finissimo di testi poetici e poeta importante anche egli stesso.
Attualmente il direttivo della Camerata è composto da Carmelo Consoli come presidente, da Silvio Agnelli vicepresidente, Simonetta Lazzerini Di Florio vicepresidente, Silvia Ranzi, Andrea Pericoli, Duccio Corsini, Giancarlo Bianchi come consigliere onorario e storico emerito della Camerata.
Le Tornate dei vari eventi presentati si svolgono una volta al mese (in ogni terzo mercoledì) nel suggestivo auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze in pieno centro storico a due passi dal Duomo e dal famosissimo Ponte Vecchio, ma possono anche animarsi anche in altri luoghi sempre carichi di fascino e storia della Firenze letteraria.
Carmelo Consoli
Ringrazio il consigliere onorario Giancarlo Bianchi per le preziose fonti e notizie riguardanti la storia della Camerata dei poeti, gentilmente da lui messe a disposizione.
(Una vicenda poetica a cavallo tra novecento e terzo millennio)
Nata negli anni “30” del novecento, in un periodo nel quale montava la retorica e la violenza del regime fascista e nel contempo si fortificava la funesta e tragica ideologia nazista, la Camerata dei poeti sbocciava invece nei prati e nei giardini di una toscana colta e raffinata, pronta a recepire e diffondere poesia come diletto del cuore e culto dell'anima.
Fu così che un gruppo di intellettuali fiorentini, amanti delle belle arti, si riunirono sotto la guida di Domenico Francois, patrizio fiorentino di vecchio stampo, allo scopo di creare un sodalizio poetico nella forma del cenacolo letterario, onde scambiare versi e cultura, arti e armonie letterarie.
Questo sodalizio prese il nome iniziale di “Camerata del Lago” o Accademia Silvana” le cui prime riunioni e manifestazioni avvenivano nel parco del castello di Vincigliata tra il maggio e il luglio di ogni anno e, precisamente dal 1930 al 1933, con trattenimenti di danza, musiche, ballate trecentesche e poesia, ma anche nel parco della villa Stori dove esisteva pure un laghetto e un bosco. La novella Camerata diventò una sorta di moderna Arcadia attraverso la quale si risaliva alla natura quale prima ispiratrice di poesia.
Nacque già a quel tempo il logo tipico della Camerata ( il simbolo del cipresso, con ai piedi un fauno zufolante) . I personaggi convocati arrivavano in quei luoghi ameni in autobus partendo dal duomo di Firenze, in una sorta di viaggio spirituale.
Su quei deliziosi colli che avevano visto passeggiare Boccaccio, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola ed il Poliziano, la Camerata teneva le sue manifestazioni d'arte.
Gli anni successivi videro accrescere lo spessore culturale e umano del cenacolo così da giungere a formare il primo vero consiglio direttivo presieduto da Domenico Francois e costituito da poeti, registi e fotografi, tutti personaggi di fama e valore riconosciuto di quel periodo storico.
Poi la “Camerata del lago” si organizzò come “Camerata dei poeti toscani” e subito dopo come “Camerata dei poeti”, definitiva sua sigla nel tempo.
E già dal 1934 le manifestazioni culturali si svolsero nella colta città di Firenze presso gentilizie residenze e palazzi nobiliari, come nella dimora del poeta Diego Garoglio, professore di Giovanni Papini o nel salotto della contessa Gamberini, in un villino di via Masaccio, oppure nel palazzo dei Bardi, sede della famosa “Camerata musicale”.
Nel 1936 si inaugurò finalmente un ciclo di regolari conferenze mantenuto fino al 1939 alle soglie del conflitto mondiale .
Ormai la Camerata dei poeti era divenuta una solida realtà che neanche l'atrocità della guerra poteva spegnere e fu così che terminato lo scontro bellico, nell'anno 1945, il sodalizio riprese la sua attività presso luoghi di prestigio culturale fino a trovare la più onorevole delle sedi nel complesso di Orsanmichele, sia nella gloriosa sala della “Lectura Dantis” che nella affrescata e trecentesca sala del “Palagio dell'Arte della lana”.
Molta importanza ebbe in quel periodo l'attività a favore della Camerata dei poeti di Giovanni Papini eminente scrittore, storico, poeta, saggista, una delle figure più luminose del panorama culturale del novecento, poi successivo collaboratore e fondatore assieme ad Adolfo Oxilia della rivista “ L'ultima”.
Intanto, nel tempo, figure di spessore della vita letteraria toscana e nazionale si alternarono nelle rappresentazioni della Camerata dei poeti sotto le presidenze di Edmondo Salvucci e Giuseppe Troccoli , fino a giungere al momento in cui la stessa associazione prese una più forte e consapevole identità umana e culturale sotto la presidenza di Adolfo Oxilia a partire dall'anno 1967 e fino al 1981 sotto la sua direzione le manifestazioni della Camerata si tennero al circolo “Borghese e della stampa”.
Con Oxilia si può dire che inizia l'età moderna dell'associazione, in un momento storico, internazionale fervido di impegni artistici e culturali in cui dominava la presenza nell'arte del neo-realismo e sulla scena poetica si alternavano le magie liriche di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e altri famosi poeti.
Adolfo Oxilia fu un intellettuale di primo piano, attivissimo collaboratore di giornali e riviste, oratore instancabile, autore di più di mille articoli e ampi saggi; insomma un uomo di grande cultura molto apprezzato tra gli ambienti della più significativa vita letteraria, culturale e poetica italiana.
La sua presidenza durerà ben quindici anni; del consiglio direttivo facevano parte Antonio De Lorenzo direttore della rivista “ Firme nostre”, l'editore Bruno Nardini e la scrittrice Milani Lelli, alla quale si deve una prima storia della Camerata dei poeti datata “1981”.
Tra i principali eventi portati in scena in quel lungo periodo si ricordano le “Tornate”, (come venivano chiamate le manifestazioni e lo sono ancora oggi) su Luigi Pirandello, Thomas Eliot, Giovanni Papini, Piero Bargellini, Vittorio Vettori, Erza Pound, Piero Bigongiari, Carol Wojtyla, e su Mario Luzi, Geno Pampaloni e Giuseppe Ungaretti .
Le “Tornate” si tenevano sotto la presidenza di Armando Alessandra nella sala dei maestri cattolici presso Piazza San Marco.
Dopo le dimissioni di Adolfo Oxilia avvenute nell'anno1981 si alternarono nella conduzione della Camerata dei Poeti nell'ordine : Antonio de Lorenzo, Bruno Nardini, Mannise e Otello Pagliai tenendo le loro manifestazioni prima presso” l'Istituto delle Oblate “e successivamente dall'anno 1992 presso : “l'Auditorium della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze” dove tutt'oggi avvengono nel fascino di una splendida sala.
Dal marzo dell'anno1998 la presidenza passò a Marcello Fabbri, grande poeta non vedente che la tenne, cambiando lo statuto e riportandolo alla concezione e ai valori dell'originario cenacolo letterario, fino all'anno 2009.
Dopo tale data fu eletta presidente, e per la prima volta nella storia dell'associazione, una donna, Lia Bronzi nota poetessa, scrittrice e critico letterario che la portò avanti con tenacia e competenza fino al maggio dell'anno 2015.
In quell'anno venni eletto io come nuovo presidente, con voto unanime e nelle mie intenzioni c'era quella di rendere maggiormente veicolata la missione poetica dell'associazione, ammodernando la visibilità e le relazioni con le altre associazioni letterarie del territorio. Istituii quindi un sito letterario, oggi apprezzato e frequentato, con foto e video delle manifestazioni e presentando la Camerata dei poeti presso i maggiori blog, siti letterari e tra le personalità di spicco della scena culturale nazionale, permettendo così alla stessa associazione di essere conosciuta e considerata oggi una delle presenze letterarie e culturali più stimate in Italia.
Dalla rivista “L'ultima” alla moderna poetica della Camerata dei poeti.
Nata nell'immediato dopoguerra, dal 1946 e fino al 1963, la rivista “L'ultima” fu periodico apolitico, letterario, artistico di critica e di pensiero, espressione di un movimento che usciva dalle tragedie umane per rivalutare la cultura, rafforzare i sentimenti morali, le speranze e la fede.
La sua tendenza fu volta verso la metasofia ossia alla ricerca di una nuova attività spirituale, creata in special modo dal candore della poesia.
I primi numeri della rivista recavano sulla quarta di copertina l'effige di una civetta, bene appollaiata su di un ramo e ad occhi aperti; tale rapace stava ad indicare la facoltà di vedere nel buio, di diffondere una verità rivelata ai puri di cuore, a coloro i quali vedono con gli occhi nuovi dell'anima.
Da questa rivista, a cui aderirono le firme letterarie più in vista dell'epoca e che riportava la voce di grandi poeti e intellettuali come ad esempio Giuseppe Ungaretti, Mario Luzi e condotta dai fondatori Adolfo Oxilia e da Giovanni Papini, si creò nuovo e importante humus per la vita della Camerata dei poeti .
Attorno ad essa spuntarono i presupposti e le idee per dar corso alla nuova voce e vitalità dell'antico cenacolo divenuto nel tempo solida associazione e realtà culturale e luce poetica di primo piano. In questo contesto grandi poeti e grandi poesie fecero irruzione nella dinamica culturale della Camerata dei poeti .
Vorrei qua citare solo pochi testi di autori che hanno condotto e dato valore a questa associazione nel tempo partendo da Bruno Nardini, e siamo negli anni “ 50” del novecento, proseguendo e giungendo negli anni 2000 e oltre con Marcello Fabbri
Leggiamo da Bruno Nardini, dalla rivista “L'ultima” n° 52, dell'aprile del 1950 , anno 5° il primo movimento dei dodici del suo poemetto “ Variazioni del sangue” : “Si muovevano insieme, uomini e sole: / ciascuno, nel buio, frustava i cavalli/a un altro giorno in attesa/sulle colline dell'iride./Lui per le strade d'aria, essi per gli aspri/giri d'un poggio, in nuvole di ulivi,/a farsi torcia sullo spartiacque/gli uni di qua, l'altro di là dal valico/ Sotto planava la valle, coi lumi/delle/finestre, i prati grigi, il fumo/ dei solchi; i mari di silenzio./ Ma non più sprazzi hanno i bicchieri alzati/verso i mattini: l'oste cacciatore/che viveva aspettandoli e porgeva / sue dorate marsale, ombra, memoria. / E i miei padri, anche loro, ombre, memoria:/taciti anelli che il tempo raccorda/ a far catena di generazioni; /variazioni del sangue, o di questa/inudibile voce che ci turba./ Folla di padri, che per me, stasera/ buttano sulle dure spalle, ancora,/ come allora il pastrano, la persona:/ ognuno, sulla crosta della strada,/stampato come un albero, una pietra.../"
Ci piace anche riportare gli splendidi versi di Marcello Fabbri, poeta non vedente, per undici anni alla guida dell'associazione; ecco dunque quanto scrive nella sua lirica :”L'alito del tempo” tratta dal suo volume”Il quadrante dell'ombra” ( Antologica-edizione Medicea anno 2003) : “L'alito del tempo mi ha sfiorato:/sulle tempie/ha lasciato strisce di brina,/stanche mani ha firmato/d' azzurrine vene in rilievo,/ ha ritmato d'affanno/le cadenze del cuore./ Ora dita tremanti/per felpati passi di scadenze/ascoltano/ l'implacabile scandire dell'orario: / Smarrisce l'incosciente sorriso/ e sbianca il viso/la paura. / Per capire/ ho frugato i ricordi:/ho trovato soltanto ciarpame/ e un ossario di buone intenzioni. / Niente di mio mi è giunto in aiuto: / Allora con l'alito del tempo/ho cercato l'anima:/ insieme a lei ho pianto/sull'amarezza/ del mai compiuto./”
Ma è doveroso anche segnalare che nel corso della sua lunga vita la Camerata dei poeti si è occupata non solo di poesia e di poeti nella sua accezione più grande e genuina di critica e liriche, ma anche di narrativa, nelle sue più svariate sfumature, di saggistica, arti visive, filosofia, antropologia, religioni e scienze varie, insomma di tutte quelle manifestazioni riguardanti le conoscenze, le esperienze degli uomini che da sempre hanno sorpreso il cuore e l'animo di essi.
L'ultimo quindicennio della Camerata dei poeti ha visto alternarsi sulla scena personaggi carismatici e di fascino come Duccia Camiciotti, recentemente scomparsa, che tutti ricordano per la sua genialità poetica e la sua grande apertura umana, Anna Balsamo, poetessa, scrittrice e critico letterario, notissima e apprezzata letterata, che ha affiancato e sostenuto impeccabilmente (vero pilastro della Camerata dei poeti) la presidenza di Marcello Fabbri e che oggi è vicepresidente emerita, Anna Maria Guidi poetessa e critico letterario, Roberta Degl'Innocenti, poetessa, scrittrice e critico letterario, Andrea Pericoli nella sua qualità di lettore finissimo di testi poetici e poeta importante anche egli stesso.
Attualmente il direttivo della Camerata è composto da Carmelo Consoli come presidente, da Silvio Agnelli vicepresidente, Simonetta Lazzerini Di Florio vicepresidente, Silvia Ranzi, Andrea Pericoli, Duccio Corsini, Giancarlo Bianchi come consigliere onorario e storico emerito della Camerata.
Le Tornate dei vari eventi presentati si svolgono una volta al mese (in ogni terzo mercoledì) nel suggestivo auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze in pieno centro storico a due passi dal Duomo e dal famosissimo Ponte Vecchio, ma possono anche animarsi anche in altri luoghi sempre carichi di fascino e storia della Firenze letteraria.
Carmelo Consoli
Ringrazio il consigliere onorario Giancarlo Bianchi per le preziose fonti e notizie riguardanti la storia della Camerata dei poeti, gentilmente da lui messe a disposizione.