Niguarda aprile 2020 - Testimonianza
di Carmelo Consoli
Mi trovo al terzo piano in terapia intensiva
strappato alle mura amate, da quella finestra
in cui era dolce l ’ abbraccio
delle adorate cose, da quel pensiero che mai
sarebbe capitato a me.
E adesso tocco con mano l ’ intreccio
di tubi e macchinari visti in Tv,
respiro fili d ’ aria da una bombola,
prego un cielo lontano che non vedo
fuori da una stanza bianca,
mentre m ’ infilano aghi nella braccia.
Inizia la mia prima infinita notte,
sarà l'inizio di un tempo lungo e doloroso
per cacciare il mostro dai polmoni.
Comincia la danza di barelle e flebo
sotto il biancore dei neon, quella
degli sguardi, delle mani, dei camici
bianchi e azzurri di intabarrati angeli;
quella ansimante tra i reparti
che grondano di corpi alla rinfusa,
vivi nel dolore degli ultimi respiri, morti
nel silenzio assurdo delle assenze care
degli amori di una vita, andati via
stretti tra le mani miracoli ancora da sfogliare.
E ’ solo la mia prima notte al Niguarda
la terribile trincea di una guerra in cui sconfino
e annaspo per ritrovare l ’ aria persa in un istante.
Poi non so, ho perso conoscenza
con l ’ urlo straziante delle sirene
sotto di me al pronto soccorso.
di Carmelo Consoli
Mi trovo al terzo piano in terapia intensiva
strappato alle mura amate, da quella finestra
in cui era dolce l ’ abbraccio
delle adorate cose, da quel pensiero che mai
sarebbe capitato a me.
E adesso tocco con mano l ’ intreccio
di tubi e macchinari visti in Tv,
respiro fili d ’ aria da una bombola,
prego un cielo lontano che non vedo
fuori da una stanza bianca,
mentre m ’ infilano aghi nella braccia.
Inizia la mia prima infinita notte,
sarà l'inizio di un tempo lungo e doloroso
per cacciare il mostro dai polmoni.
Comincia la danza di barelle e flebo
sotto il biancore dei neon, quella
degli sguardi, delle mani, dei camici
bianchi e azzurri di intabarrati angeli;
quella ansimante tra i reparti
che grondano di corpi alla rinfusa,
vivi nel dolore degli ultimi respiri, morti
nel silenzio assurdo delle assenze care
degli amori di una vita, andati via
stretti tra le mani miracoli ancora da sfogliare.
E ’ solo la mia prima notte al Niguarda
la terribile trincea di una guerra in cui sconfino
e annaspo per ritrovare l ’ aria persa in un istante.
Poi non so, ho perso conoscenza
con l ’ urlo straziante delle sirene
sotto di me al pronto soccorso.