La fine dell'amore
di Bruno Coveli
Aprile 2020
Una volta in mare si gridava
prima le donne i vecchi e i bambini
mentre la nave lentamente affondava
e ora che una nave nuova affonda
quel grido si spegne sulla schiuma dell'onda.
Ieri un capitano pare aver urlato: prima le donne e i bambini
e dei vecchi si è già dimenticato.
Quanto han tribolato, sudato e pagato
per costruire la nave del presente
che dia senso al passato, a quei capelli d'argento
scordati come per incanto.
Insulsi fardelli di cenere vagante
in una confusione itinerante
senza mete certe e senza fede
contenitori vuoti che solo Dio vede.
Per loro non c'è più posto, son
quasi fagotti inutili, da gettare:
hanno ridotto il badget della salute
disperso miliardi in inutili volute
di fumo da miasmi politici prodotto
in un tragico mortale indotto.
E se ne è andato ieri in ospedale
ma per lui non c'erano macchine per respirare
solo vaghe speranze di poter tornare.
E si cantano già i Vespri da morto
come si faceva nelle chiese un tempo
anche per chi fino a ieri coltivava l' orto
lasciando la zappa alla terra in grembo.
Un uomo, non Dio, pare per lui abbia deciso
dietro una finestra grondante di dolore
chi deve vivere e chi morire.
E la dignità di un essere deluso
troverà forse quiete in paradiso.
di Bruno Coveli
Aprile 2020
Una volta in mare si gridava
prima le donne i vecchi e i bambini
mentre la nave lentamente affondava
e ora che una nave nuova affonda
quel grido si spegne sulla schiuma dell'onda.
Ieri un capitano pare aver urlato: prima le donne e i bambini
e dei vecchi si è già dimenticato.
Quanto han tribolato, sudato e pagato
per costruire la nave del presente
che dia senso al passato, a quei capelli d'argento
scordati come per incanto.
Insulsi fardelli di cenere vagante
in una confusione itinerante
senza mete certe e senza fede
contenitori vuoti che solo Dio vede.
Per loro non c'è più posto, son
quasi fagotti inutili, da gettare:
hanno ridotto il badget della salute
disperso miliardi in inutili volute
di fumo da miasmi politici prodotto
in un tragico mortale indotto.
E se ne è andato ieri in ospedale
ma per lui non c'erano macchine per respirare
solo vaghe speranze di poter tornare.
E si cantano già i Vespri da morto
come si faceva nelle chiese un tempo
anche per chi fino a ieri coltivava l' orto
lasciando la zappa alla terra in grembo.
Un uomo, non Dio, pare per lui abbia deciso
dietro una finestra grondante di dolore
chi deve vivere e chi morire.
E la dignità di un essere deluso
troverà forse quiete in paradiso.