Poesie di Augusta Romoli
Palpebre
Si chiudono le palpebre come finestre nel mondo… Oh se ciglia avessimo a scacciare con violenta sferzata i virus che invadono il corpo, feriscono il tempo di negata bellezza, la meraviglia contemplata che oggi più non miro dall’angusto chiuso isolamento : mare e monti, abissi e cascate, deserti, fino all’azzurro cielo; poi con più vivo sguardo immersa in una notte stellata coglievo il Tutto vivendo l’Infinito, se solo per un attimo: un attimo/ eterno. Il fremito di vita si fa più intenso negli ultimi giorni declinanti ormai al tramonto come più viva è vita nel vibrato cromatismo autunnale delle ultime foglie d’ albero della sua chioma. Si chiudono le palpebre alla bellezza per virale genoma. |
Quarantena
Più non odo voci bianche dalla scuola accanto né echeggianti schiamazzi né risa, né all’unisono un canto: silenzio surreale. Più non miro voli su altalene, né volti incantati di bimbi sognanti, ma, con mascherine, rari passanti, riflessi d’un nemico invisibile, dominante l’umanità a cui non porgere volti scoperti. E’ guerra nuova, ritorno a selezione naturale? sopravviverà il più forte tale sarà la sorte? Ora luce nel tunnel s’intravede: ricerca di scienziati, se pur stanchi di trepidi affanni, l’invisibile accerchieranno; così isolato, dissolverà l’isolamento umano, al fin che l’umanità in quarantena, ritroverà Libertà . |
Isolamento
(tempo di coronavirus) Un languidore traversò le mie ore Sentii stretta prigione Il solito spazio si oscurò Una lama trafisse il tempo E silente si perse l’orizzonte Nel tramonto del tempo/spazio: chiusi gli occhi nella notte senza lampi di stelle. |