Contagio
di Antonio Spagnuolo Strappo le ore, i minuti, anche i secondi nel gioco inaspettato del contagio. Fuggo l'ombra di amici, ingenuamente lontano dal contatto. Ancora ingiurie balzano per strada a squarciare il cervello già impaurito dal delirio di un avido sorriso. S'apre il corpo a ventaglio in cerca di un sigillo che accomuni il possesso di un sogno fuori angoscia. Ma è nostro destino rammendare le piaghe che l'incanto del progresso ha propagato alla coppa del sapere. Il brivido ora corre tra le ciglia ed il sospetto, pietrificando il mio sguardo nell'attesa. |
Carissimo grazie per il tuo contributo poetico, come sempre di alto spessore.
Ho molto apprezzato la poesia i cui versi incisivi e musicali descrivono ottimamente la situazione, comune a tutti, combattuta tra palpitanti e cupe attese di un possibile contagio del virus e l'isolamento del proprio corpo in una alea irreale di solitudine e onirici ritorni verso quel mondo preesistente di contatti e socialità. Assai ben descritto il contrasto tra ricerca/obbligo di un riparo dalla pandemia nel chiuso delle proprie stanze e la propria e altrui liberazione, attraverso un salvifico sogno comune che annienti un mostro più grande di noi. Divisa tra saggezza e terrore la chiusa finale della lirica che efficacemente rappresenta l'uomo combattuto tra moderna consapevolezza e fragilità. Grazie ed un caro saluto ed augurio di ogni bene. Carmelo Consoli |