di Alessandro Orofino
Quest'anno
i fiori mi sembrano più belli,
penso disturbato dal tossire
in lontananza
di un dolore cattivo,
colpa di una notte claustrofobica
che porta il nome di una ossessione.
Mi dici che dobbiamo farcela,
e lo dici spingendo il carrello,
sei un effluvio negli effluvi,
mi sembra che nulla sia cambiato,
in fondo siamo sempre gli stessi,
io che strappo lo scontrino
tu che ti sistemi i capelli.
Cerco amici che non esistono
per riempire vuoti a perdere,
chiamo telefoni silenziosi,
aspettandomi in cambio quelle risposte che non so darmi,
che tu pensi di sapere,
che nessuno conosce.
Davanti a questi gerani che esplodono,
difronte ai tuoi detersivi conservati nell'armadio,
innanzi a questo mondo
che è solo un granello nel tuo palmo e
a questo destino,
- che forse è Dio, forse è caos, forse è solo uno scherzo -
mi spavento e non mi consolo.
Cosa mi rimane se non la maturazione
dei frutti,
le formiche che scavano tunnel,
il mio sangue farsi secco?
Alessandro Orofino
Quest'anno
i fiori mi sembrano più belli,
penso disturbato dal tossire
in lontananza
di un dolore cattivo,
colpa di una notte claustrofobica
che porta il nome di una ossessione.
Mi dici che dobbiamo farcela,
e lo dici spingendo il carrello,
sei un effluvio negli effluvi,
mi sembra che nulla sia cambiato,
in fondo siamo sempre gli stessi,
io che strappo lo scontrino
tu che ti sistemi i capelli.
Cerco amici che non esistono
per riempire vuoti a perdere,
chiamo telefoni silenziosi,
aspettandomi in cambio quelle risposte che non so darmi,
che tu pensi di sapere,
che nessuno conosce.
Davanti a questi gerani che esplodono,
difronte ai tuoi detersivi conservati nell'armadio,
innanzi a questo mondo
che è solo un granello nel tuo palmo e
a questo destino,
- che forse è Dio, forse è caos, forse è solo uno scherzo -
mi spavento e non mi consolo.
Cosa mi rimane se non la maturazione
dei frutti,
le formiche che scavano tunnel,
il mio sangue farsi secco?
Alessandro Orofino